I am KinoADDIO MAMMA
addio mamma

“Addio mamma” sono presumibilmente le parole di Kino quando ha lasciato la famiglia e il suo paese. A tre anni di viaggio senza ritorno quello era un addio per sempre.
Così la pittrice Margarita Raminez Celaya immagina visivamente l’addio tra il giovane Padre Kino e sua madre (“La despedida”, quadro olio su tela, Museo Etnografico di Caborca).
Deve essere stato un momento devastante. Il giovane Eusebio sapeva che la scelta di vita missionaria lo avrebbe portato via per sempre dalla sua terra e dalla sua famiglia. La madre era cosciente che quello era l’abbraccio dell’addio definitivo. Nel ‘600 non c’erano smart phones, aerei e tecnologia per tenere un contatto anche a distanza. L’addio era un vero addio. Solo la mente, il cuore e la preghiera da quel momento potevano essere fonti di vicinanza.
Dopo anni di studio, praticantato e noviziato in Tirolo e Baviera, nella primavera del 1678 il giovane Eusebio passò dalla Valle dell’Adige. Si fermò un paio di giorni in paese per i saluti definitivi. Chissà quali sguardi, sospiri, carezze, baci e preghiere Eusebio e sua madre si scambiarono in quelle ultime ore prima del definitivo e senza ritorno “addio mamma”. E come si deve essere sentito suo padre, che vedeva allontanarsi per sempre l’unico figlio maschio di una famiglia di proprietari terrieri? Quel giorno una famiglia perdeva un figlio ma l’umanità acquisiva un Padre dell’umanità, un Apostolo degli indios.
Tre anni durò il viaggio verso Città del Messico, nella “terra (e oceano) di mezzo” dopo l’addio alla famiglia e prima di arrivare nella Nuova Spagna.
Oggi, a pochi giorni da Natale, la festa della famiglia per tradizione, mi chiedo come saranno stati per il giovane Kino quei giorni di Natale. Sicuramente di preghiera non solo per i rituali delle festività ma anche per cercare di rasserenare un cuore che immagino essere stato non solo emozionato e speranzoso per il suo futuro come missionario ma anche ricolmo di solitudine umana per il giovane ragazzo che aveva appena detto addio a sua madre, a suo padre, alle sorelle, alla famiglia, alle amicizie di gioventù, ai prati, boschi montagne dove conobbe la vita dopo la nascita.
Eusebio, mi immagino viaggiare nel tempo ed essere lì con te per sorridere alla solitudine del giorno di Natale. O forse la mia fede non è abbastanza forte da superare il limite umano e affidarsi ad una condivisione oltre il qui e ora?

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Sed ut perspiciatis unde omnis das ist wirklich iste natus.