BUONA PASQUA AGNELLINO
Buona Pasqua agnellino. Stai tranquillo tra le mie braccia, tu che mi sei corso incontro belando disperato mentre passavo in bici sulla ciclabile.
Non sei scappato dalle mani del macellaio ma da una mamma che non voleva allattarti. Così mi ha spiegato la contadina. Anche la natura sa essere crudele o, come dire, innesca meccanismi strani. Questa volta, l’essere umano ti ha aiutato anziché portarti a tavola…
Quando ti ho visto, mi hai riempito il cuore di tenerezza. Pedalavo nel silenzio totale e ad un certo punto ho sentito belare disperatamente. Mi sono fermata, ho guardato tutto attorno ma non vedevo nulla. Finché sei spuntato da dietro l’albero, mi hai puntato e poi ti sei messo a correre verso di me. Le tue orecchie ciondolanti a destra e sinistra tenevano il ritmo del tuo belare, che era più che altro un urlare impaurito. Più ti avvicinavi più vedevo i tuoi occhietti scuri esprimere solitudine, smarrimento, terrore e richiesta di amore. Ti ho sollevato al volo e hai smesso di belare, ti ho abbracciato e hai smesso di agitarti. Ti sei accomodato tra le mie braccia e mi hai guardato. “Tranquillo, ora sei al sicuro” ti ho detto a mezza voce.
Un passante ha visto la scena e mi ha urlato a distanza: “portatelo a casa”. Ho pensato che ci dovesse essere per forza una “storia” dietro la tua fuga e volevo conoscerla. Ma era veramente una fuga o piuttosto uno smarrimento di un giovane agnellino che deve ancora conoscere il mondo?
Mi hai fatto sentire come un angelo salvatore e il tuo sguardo era gonfio di tenerezza irresistibile. Ho girato i dintorni per capire da dove potessi arrivare e abbiamo così ritrovato la tua casa. Te ne stavi stretto al mio petto e accoccolato tra le mie braccia, finché ti ho consegnato alla contadina, che ti cercava per darti il biberon di latte.
Caro agnello, simbolo di sacrificio per eccellenza, per questa volta sei stato accolto da braccia umane amorose. La tua purezza, innocenza ma anche fragilità sono state risparmiate in questo giorno di Pasqua. La tradizione pasquale non ha avuto la meglio. Anzi oggi si esalta il senso della vita. La rinascita non fisica ma quella che ti cambia dentro, quella che ti fa superare le “pietre d’inciampo” e il deserto esistenziale. In effetti, Pasqua deriva dal greco pacha, e a sua volta dall’aramaico pasah ossia “passare oltre”.
Buona Pasqua agnellino.
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