I am Angela MariaCONOSCERE LE FRECCE TRICOLORI (seconda parte)
angelamariamarchetti a Rivolto per conoscere le Frecce Tricolori e Pier Luigi Fiore leader della squadra acrobatica

Conoscere le Frecce Tricolori, sedersi in un AERMACCHI MB 339 P.A.N. e sentire sotto il *ulo la potenza del suo motore. Ecco la mia indimenticabile esperienza con questo gruppo di piloti addestrati per le acrobazie in cielo.

Nel post precedente, già ho parlato di come mi sono sentita nel condividere alcune ore presso la Base di Rivolto assieme ai piloti delle Frecce Tricolori. Ora, voglio condividere il momento clou della giornata.

Non mi aspettavo proprio di avere l’onore e il privilegio di salire a bordo di uno dei loro aerei. Consideravo quei “mostri” motorizzati come oggetti preziosi, dal potere misterioso ed irraggiungibili anche solo nella mia immaginazione. Tanto che, quel giorno anziché vestirmi casual, per festeggiare il mio once in a lifetime day, indossai la giacca. Ma non una giacca qualsiasi, una con stampata New York, sì proprio Manhattan con tanto di Torri Gemelle. Nemmeno avessi avuto premonizione di ciò che sarebbe successo un decennio più tardi!

Comunque, con orgogliosa gentilezza, Pier Luigi Fiore, il leader della pattuglia, fece da perfetto padrone di casa. Chiacchierando dell’Aeronautica Militare, della sua organizzazione e delle donne, mi ritrovai seduta dentro il MB 339, come a provare “in anteprima” le emozioni femminili di tale “potere”.

Salii la scaletta e con movimenti felini mi sedetti al posto di comando. I miei movimenti furono lentissimi, osservai tutto e feci attenzione a non toccare – anzi nemmeno sfiorare – nulla che potesse danneggiarsi. Notai subito la forma lanceolata del muso, la strettezza dello spazio, pensai alla dimensione del mio sedere e considerai che ero abbastanza magra per potervi entrare.

Ma ciò che mi meravigliò di più fu l’orologio, anzi una vecchia sveglia quadrata e bianca stile anni ’60. “Non ci credo! Questo è l’orologio?” chiesi a Pier Luigi, che per risposta accese l’aereo. Momento di panico. “Non tocco nulla, giuro” fu la mia reazione al suo sorriso. In realtà, fu più un riso di gustosa soddisfazione per avere colto la mia meraviglia mista a terrore nel realizzare la potenza di quel “giocattolo”, che tanto famoso è nel mondo.

Quell’immagine è dentro di me. Si è trasformata in emozione profonda ed è riaffiorata in occasione delle celebrazioni per i 100 anni dell’Aeronautica Militare Italiana. Le “mie” Frecce Tricolori ne fanno parte. Con dedizione, creatività, generosità e umiltà continuano il loro “volo verso il futuro”.

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