VITA AUTUNNALE
Vita autunnale: amore e odio. Può la stagione dell’autunno cambiare il senso della tua vita?
E non importa se la data d’inizio è il 21 o il 23 settembre. Non importa se nel 2023 l’equinozio inizierà in Italia alle 8:49 di sabato 23. Ciò che è chiaro è il fatto che l’autunno è la stagione del passaggio e della trasformazione.
Forse per questo, altamente bisognosa di certezze e piedi ben piantati per terra e nel conosciuto, alla domanda “qual è la tua stagione preferita?” ho sempre risposto “sicuramente non l’autunno, lo odio!”. Già, ho sempre preferito l’estate perché luminosa. La primavera perché vitale e rappresentava il pre-estate ed era, quindi, l’attesa della mia stagione preferita. L’inverno si salvava per la neve, da me sempre amata e falcata con sci di ogni genere. E l’autunno? Era la via del buio, una trasformazione che presagiva l’assenza.
Ora, in età matura, quell’assenza mi conferisce un senso di grande calma. Non devo dimostrare più nulla a me stessa, al mondo, che beatamente va avanti da solo anche senza il mio lottare affinché, come disse Edward Bok, “make the world a bit better because you have lived in it”. Non è più il tempo di “I am bambù” e del suo concept alla “salviamo il mondo”.
Ora l’autunno rappresenta il riposo dopo la tempesta della vita. Non c’è più il vigore della primavera e nemmeno l’eccesso dell’estate. C’è un grande senso di calma. Le nuvole grigie e basse, la foschia non sono più tristi. Nella mia mente si trasformano in una coperta celestiale che avvolge e calma il mio cuore e animo terremotati dalla vita.
L’autunno è la stagione del raccolto, non c’è più l’incertezza della semina e l’angoscia della crescita. Quello che c’è, c’è. Si accetta, si deve accettare il raccolto della vita, del presente che è già futuro. Ci si deve solo aggrappare alla resilienza del non raggiunto e alla saggezza del valorizzare quanto raccolto.
È sopravvivenza questa? Non nel suo significato negativo. È rallentare per osservare la vita con più consapevolezza. È preferire la qualità alla fretta, è non dare nulla per scontato, è riflettere e ringraziare anche il vacuum che si sente attorno.
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