(Soprav)vivereVITA MUTATUR NON TOLLITUR
vita mutatur non tollitur

Oggi è morto un amico. A Maui, dove viveva, organizzeranno una Celebration of Life. Sono confusa. La morte può celebrare la vita? Vita mutatur non tollitur forse è la risposta.

Locuzione latina traducibile come “La vita viene cambiata, non tolta” ci ricorda come la lingua latina è da sempre legata alla saggezza, alle tematiche profonde della vita, della morte e ai grandi misteri dell’universo.

Prima di loro, già i nostri antenati sicuramente si chiedevano cosa c’è dopo la morte. Io mi chiedo perché la morte irrigidisce le membra quando la calda energia del respiro svanisce. Ma forse è proprio questo il passaggio decisivo, come se la vita, anima, energia o comunque si voglia chiamare, si trasformasse da una condizione di essere umano ad un’altra. La scienza ci ricorda che nulla si crea e nulla si distrugge. Il cinema ci ha proposto la teoria del peso dell’anima e i suoi 21 grammi. Ma se la vita si trasforma, in cosa si trasforma? Ogni cultura e religione ha la sua soluzione. A me piace pensare che quello che chiamiamo anima, energia, vita torni ad essere Universo.

Ma allora hanno ragione a celebrare la vita, se si considera la morte come una sua trasformazione. E allora è lecito chiedersi se la nostra vita terrena, in qualche modo, possa influenzare la sua “variante”, dopo avere lasciato il corpo umano. Le diverse religioni e filosofie ne sanno qualcosa e propongono le loro idee in merito.

La mia attenzione si sposta sulla vita vissuta nella sua dimensione umana. È vero che ci passa davanti agli occhi in forma di riassunto quando moriamo? Ma abbiamo “tempo” di rifletterci? O forse è meglio di no? Seneca ci ricorda di quanto tendiamo a “sprecare” tempo da vivi.

Mi chiedo quale potrebbe essere il pensiero più atroce o più rassicurante nel momento della trasformazione. Ho capito il perché della mia presenza umana? Ho vissuto di conseguenza? “La vita senza una meta è vagabondaggio” dice Seneca. I valori che ho perseguito mi hanno reso felice? Già, perché la felicità dipende essenzialmente da noi. Ho seguito le giuste priorità? Mi sono fatta vivere o ho avuto il coraggio di fare scelte? In che modo la mia vita si è connessa con quella degli altri? Ho amato? Chi e perché ricorderà la mia essenza? Già, perché il corpo tornerà cenere, l’anima si trasformerà.

Vita mutatur non tollitur.

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